




KARAMAZOV
liberamente tratto da I fratelli Karamazov di Fëdor Dovstoevskij
adattamento e regia César Brie
in scena César Brie, Daniele Cavone Felicioni,
Gabriele Ciavarra,Clelia Cicero, Manuela De Meo,
Giacomo Ferraù, Federico Manfredi, Pietro Traldi,
musiche Pablo Brie, Pietro Traldi
scene Giancarlo Gentilucci
costumi Mia Fabbri
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero, Sergio Taddo Taddei
pupazzi realizzati da Tiziano Fario
produzione ERT Emila Romagna Teatro Fondazione
durata: 130 minuti
NOTE DI REGIA
I fratelli Karamazov è l’ultimo romanzo di Dostoevskij.
Morì solo qualche mese dopo averlo ultimato. In esso emergono i temi cha hanno assillato lo scrittore per tutta la sua vita:
la fede, la passione, il vizio, l’amore, la giustizia. Nel romanzo sono i bambini i protagonisti occulti di riflessioni, ricordi e pentimenti, anche se presenze spesso mute e silenziose, inermi.
Vediamo l’infanzia dei tre fratelli, orfani, abbandonati, sballottati in case diverse.
Ivan, nel Grande Inquisitore argomenta il suo pensiero scettico e la sua critica alla fede cristiana attraverso la denuncia della sofferenza dei bambini.
Dimitrij, dopo il suo primo interrogatorio, è assalito in sogno da questa domanda: “Perché piange quel bambino?” E questa domanda
gli da, per la prima volta in tanto tempo, sollievo e pace.
Aleksej chiude il romanzo con un discorso rivolto ai bambini pregando loro di non dimenticare l' infanzia una volta adulti perché è nel ricordo di quel momento della vita che ciascuno può trovare la salvezza.
L'allestimento è essenziale, fatto di elementi scenici dalla forte cifra suggestiva ed evocativa: semplici corde che delimitano gli spazi, grucce sospese a fili pronte a trasformarsi in croci, fili a cui gli attori si agganciano come esseri legati al caso, al destino, pupazzi-bambini, protagonisti nascosti della storia, e panche che diventano tavoli, tombe, dietro cui sparire o da cui riaffiorare.
César Brie
“In Karamazov c'è tutto il grande teatro per uno spettacolo favoloso”.
Patrizia Pertuso - Metro
“Due ore ad altissima densità emotiva. La vita che si porta dentro questo
spettacolo è un regalo prezioso. Da maneggiare con cura”.
Sara Chiappori - La Repubblica
“Questo spettacolo fa navigare l'anima”.
Massimo Marino - Corriere di Bologna
“Due ore ad altissima intensità”.
Agnese Doria - L'Unità
“Un gruppo di attori di altissimo livello, molto bravi nell'uso della voce e
soprattutto del corpo: mimi, acrobati, musicisti capaci di passare da un registro
all'altro con sorprendente disinvoltura”.
Claudio Gavioli - La Gazzetta di Modena
Vincitore del “Premio Teatro del Mundo 2013” di Buenos Aires come Miglior Spettacolo Straniero
Candidato per la Miglior Regia al Premio UBU 2012
Più di 150 repliche tra Italia e Argentina
Nei personaggi dell’ultimo romanzo di Dostoevskij, completato qualche mese prima di morire, César Brie
rintraccia tutti gli aspetti dell’animo umano - la passione e l’istinto (Dmitrij), la ragione e il dubbio (Ivan), la bontà e la purezza (Aleksej), il risentimento e la vendetta (Smerdjakov), la cattiveria, il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo (Fëdor il padre), la santità (lo Starets) - e tematiche come la delusione verso il mondo cattolico, i dogmi sulle idee del divino, la giustizia sociale e il fallimento dei miti della salvezza dell’uomo, tutti affrontati con umorismo e delicatezza.










Foto
Ilaria Scarpa, Chiara Caputo, Gabriele Ciavarra




